Dopo il lavoro fatto per Originis, abbiamo deciso di continuare il nostro percorso di ricerca e sviluppo ponendoci una domanda semplice, ma ambiziosa:
Fino a dove possiamo spingerci per ottenere consistenza e riconoscibilità in un prodotto completamente inventato, usando l’AI?
È nato così ARCTICTEA, un finto spot TV dedicato a un the ghiacciato immaginario ambientato in Antartide.
Un esercizio di storytelling e simulazione pubblicitaria, pensato per mettere alla prova la nostra capacità di ideare, orchestrare e produrre, in soli due giorni, contenuti AI-driven coerenti, emozionali e riconoscibili.
ARCTICTEA non è mai esistito.
Lo abbiamo creato da zero con l'obiettivo di testare la coerenza estetica e narrativa di un prodotto inesistente in un contesto verosimile. Se con Originis stavamo cercando di risolvere un limite specifico dell’AI nel garantire la fedeltà del prodotto, usando il 3D, qui ci siamo chiesti:
Quanta consistenza può mantenere un prodotto “inventato” mentre lo muoviamo in contesti e Ai as a service (AiaaS) diversi?
La sfida non era “solo” generare una bella immagine o un bel video. La vera sfida era mantenere l’identità, far sì che quel prodotto fosse riconoscibile anche cambiando prospettiva, ambiente, tecnica.
Per realizzare questo esperimento, abbiamo orchestrato 6 strumenti AI diversi, ognuno con un ruolo preciso nella pipeline:
Il tutto è stato tenuto insieme da una struttura narrativa ben definita: ambientazione, soggetto, azione, tono, mood visivo. Una sorta di mappa guida che ci ha aiutato a mantenere la coerenza, anche passando da uno strumento all’altro.
C’è un motivo per cui ci piace lavorare così: ci diverte.
Ci diverte esplorare, costruire piccole produzioni “finte” che sembrano vere, scoprire cosa può succedere quando metti insieme strumenti diversi, ognuno con le sue logiche e i suoi limiti.
Lo facciamo per testare, in questo caso l’AI, ma più in generale le nuove tecnologie, per farne parte, comprenderle e non limitarci a guardarle passare davanti.
Questo esperimento ci ha permesso di metterci alla prova con l’AI generativa in modo diretto e concreto. Ci ha spinto a interrogarci non solo su quanto possiamo spingerci con questi strumenti, ma anche su come integrarli in modo efficace e consapevole nel nostro processo creativo.
Ogni giorno, queste tecnologie diventano sempre più parte della nostra pipeline.
Il punto non è più se usarle, ma come farlo mantenendo coerenza, sensibilità visiva e direzione creativa.
Per noi, esplorare l’AI significa allenare lo sguardo, riconoscere i limiti, cogliere le opportunità. E trasformare ogni test in un’occasione per innovare.
Un prodotto come questo potrebbe prendere almeno tre strade diverse all’interno di un progetto reale.
Nel suo stato attuale, può vivere come un contenuto dimostrativo: uno studio tecnico e creativo.
Oppure può funzionare come una previs, storyboard o moodboard, utile prima di girare uno spot reale. Uno strumento per aiutare team creativi, marketing e produzione a visualizzare una visione condivisa.
Ma c’è una terza possibilità, quella che ci stimola di più: e se, invece di due giorni, avessimo avuto settimane di lavoro?
Più tempo per rifinire le scelte visive, migliorare la qualità delle generazioni, intervenire in post-produzione e compositing per correggere difetti o integrare elementi, esattamente come già accade nelle produzioni video reali.
Il risultato sarebbe pubblicabile? Commerciale? Concreto? È proprio questa domanda che ci spinge a continuare.
A testare, a capire, a immaginare un nuovo modo di fare produzione: non sostituita dall’AI, ma potenziata dall’uso consapevole di strumenti AIaaS.
Hai una storia o un progetto da raccontare?
Condividi con noi le tue idee e obiettivi: sapremo ascoltarli e troveremo insieme la migliore strategia di comunicazione digitale.
Autore: Alessio Merulla | Head of 3D & Ai Explorer