Nel 2020, l’industria dei video games ha superato quelle di cinema, televisione e musica con 175 miliardi di dollari di ricavi. Allo stesso tempo anche lo streaming su piattaforme come Twitch e YouTube, insieme agli Esports, ha visto un’importante crescita.
Come mai l’industria del gaming ha subito questa impennata in un periodo di crisi mondiale?
Per moltissimi utenti i videogiochi multiplayer online hanno avuto un ruolo di conforto e sono stati utilizzati per tenersi in contatto con gli amici o per sentirsi meno isolati. Oltre un terzo dei gamers ha dichiarato che videogiocare li ha aiutati a sentirsi felici. Anche in ambito familiare i numeri sono cresciuti, con i genitori più coinvolti a giocare con i figli o ad utilizzare i video games educativi per supportare il loro apprendimento.
Alcune iniziative online non hanno avuto solo il ruolo di incentivare momenti di divertimento e socializzazione, ma anche quello di aiutare gli utenti in una prospettiva funzionale al momento. Ne è un esempio la campagna #PlayApartTogether, diffusa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e creata per invitare a ridurre il più possibile le uscite, riuscendo a mantenere i legami grazie alla collaborazione dei giocatori online.
Nonostante questo rafforzamento, il numero dei giocatori è rimasto sostanzialmente invariato: quello che è cambiato, però, è il tempo dedicato a queste attività. Precisamente, si registra una media di otto ore settimanali dedicate al gioco, oltre mezz’ora in più rispetto alla registrazione antecedente. I picchi in queste rilevazioni si sono raggiunti ovviamente durante i periodi di lockdown e con l’intensificazione delle restrizioni.
Il contesto italiano: alcuni dati
L’ultimo rapporto annuale presentato da IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association) evidenzia una crescita del 21,9% del settore, ma contrariamente a quello che si può pensare, questo aumento non deriva solamente dal fattore pandemico.
Sicuramente questi ultimi eventi hanno segnato un punto di svolta, ma quello che è importante far emergere è la consapevolezza di un mercato che aveva già iniziato a rafforzarsi da tempo.
I numeri che possiamo tenere in considerazione sono quelli di 16,7 milioni di giocatori, corrispondenti al 38% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni, in un contesto mondiale che utilizza soprattutto dispositivi mobile, come smartphone e tablet.
Mentre, il genere più gettonato è quello che ha come tematica principale l’azione, seguito da sport e giochi di ruolo.
Cosa sono gli NFT e come vengono applicati nel mondo del Gaming
Non si può non parlare del mondo dei videogiochi negli ultimi anni, senza citare gli NFT (Non Fungible Token): beni non sostituibili o scambiabili, poiché certificati mediante il registro distribuito della blockchain, che permettono all’utente di guadagnare giocando. Solitamente gli sviluppatori si preoccupano di stabilire contratti e funzioni degli NFT, ma il guadagno dipende dalla quantità di tempo spesa nel gioco, dal tipo e dalla domanda di mercato.
La particolarità degli NFT nel mondo del games è quindi quella di non limitarsi solo ad essere conservati, ma di essere utilizzati ad esempio per creare un avatar o rappresentare oggetti.
Uno degli esempi è Axie Infinity, un videogioco nato nel 2017 e basato su blockchain. Lo scopo degli utenti è quello di far combattere tra di loro delle creature digitali, che possono essere generate o scambiate da altri giocatori in cambio di criptovalute.
Ma la lista dei giochi da citare è molto lunga: si può parlare di Evolution Land, in cui i giocatori devono acquistare e vendere territori; Gods Unchained, un gioco di carte dove ogni carta è un token digitale; e Sandbox, collegato con la blockchain di Ethereum, ovvero una delle criptovalute più famose al mondo.
Un'opportunità da sfruttare: il gaming marketing
Sicuramente il settore che si sta sviluppando porta a conseguenti possibilità e opportunità, che non rimangono a stretto contatto solo con il tema ludico. Uno dei vari vantaggi è quello legato all’attività di branding e, ad oggi, il social marketing può avere un ruolo di consolidamento tra le community di utenti. Il tipo di approccio di cui si parla è quello basato sulla gamification, che utilizza elementi di gioco al di fuori di contesti ludici con il fine di creare inclusività e coinvolgimento.
Questi contenuti possono contribuire a strategie di engagement, aumento loyalty e brand awareness e possono svilupparsi in filtri TikTok o Instagram, giochi di realtà virtuale o di sfida online tra i partecipanti. I videogiochi, infine, possono contribuire ad uno storytelling efficace, al monitoraggio e al tracciamento di dati quantitativi e qualitativi, ma sono anche utili per immergere un utente dal punto di vista emozionale.
Un altro aspetto da non trascurare è la possibilità per il brand di arrivare ad utenti non fidelizzati e muoversi all’interno di un target molto esteso e eterogeneo, collocato in una community con legami particolarmente stretti rispetto ad altre: quella del mondo del gaming.
Il Gaming Marketing possiede moltissime dinamiche interessanti, ma quella più nota è sicuramente quella dell’advergame. Nata nel 1998 come forma di comunicazione commerciale, si è sviluppata per veicolare un messaggio di brand e di pubblicità a costi pressoché bassi, ma con possibilità di diffusione virale.
In questa classificazione, possiamo trovare tre varianti distinte: gli advergame associativi, illustrativi e dimostrativi.
Come si intuisce dal nome, la particolarità di quelli associativi è quella di basarsi sull’associazione di un brand o del suo prodotto ad un gioco interattivo, in cui però non vengono mostrati o non sono parte costitutiva. Al contrario, gli advergame illustrativi pongono il brand o il prodotto come attori fondamentali del gioco e, infine, quelli dimostrativi permettono un livello di integrazione più elevato, grazie ad un coinvolgimento completo tra utente e brand o prodotto.
Case Study: AQ & Mutti
Un caso da citare è quello in cui AQuest e Mutti esplorano il mondo del gaming, utilizzando le leve dell’advergame per aumentare la brand awareness e rinforzare il legame tra utenti e marca. Per la prima volta, il brand attua una campagna dedicata ai mercati internazionali utilizzando questo approccio e lo fa tramite “The Tomato Journey”.
L’obiettivo del progetto era quello di sviluppare un gioco in cui le persone potessero partecipare in modo divertente e comunicare i valori del brand attraverso un’esperienza coinvolgente.
Questo percorso inizia con la scelta del tipo di pomodoro, per poi svilupparsi in 3 minigames che hanno il compito di far crescere la pianta, raccoglierne il frutto e infine di risolvere un quiz che pone l’attenzione alle differenze dei tipi di prodotti.
Il sottofondo di queste attività è informare gli utenti sul reale ciclo di vita che compie ogni singolo pomodoro e dare importanza a passaggi come la selezione tra le diverse varietà, la coltivazione e la crescita della pianta rispettando i ritmi della natura.
Alla fine dell’attività, i giocatori hanno la possibilità di condividere il proprio punteggio con gli amici e di iscriversi al “Red Tour Contest”, un concorso che ha come premio un viaggio a Parma e la visita ai campi per scoprire tutti i segreti di coltivazione e cura del pomodoro di Mutti.
Nonostante la crescita dell'industria del gaming abbia subito un'accelerazione importante negli ultimi 3 anni, da anni AQuest disegna, progetta e sviluppa advergame per i Brand trend-setter. Per sfogliare il nostro portfolio dedicato e conoscere le dinamiche di gioco migliori per raggiungere gli obiettivi della tua azienda, parliamone insieme!
Autore
Sofia Zansavio — Community Manager @AQuest | WPP Group